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Gruppo Speleologico Gualdo
Tadino
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TOPONIMIA :
- Bucone è il soprannome di
una famiglia gualdese un tempo dimorante in località S.Marzio. Da questa discende
Augusto, che ha segnalato al GSGT il Buco. Truppella: trappola in dialetto gualdese, abilmente costruita
nei mesi invernali per la cattura di piccoli uccelli. San Niccolò: tradizionalmente la sera del 5
dicembre percorre le vie di Gualdo Tadino con i paramenti da vescovo e la lunga barba,
accompagnato da due servitori, passa di casa in casa e porta doni ai bambini.
Tagina: "Totila... giunto sui monti detti Appennini, vi si accampò, restando vicino ad un
villaggio che gl'indigeni chiamano Tagina" (da Procopio di Cesarea, "La guerra
gotica"). Questo villaggio probabilmente è il misero erede del Municipium dei
Tadinates. Tagina era anche il nome di una pubblicazione mensile, in ciclostile, cui
dettero vita i giovani gualdesi dal 1970 al 1972. Mazzaburelli: sono gli spiriti burloni
della tradizione locale, come Brenco è l'incubo che sveglia di
notte, inquietante presenza in sogni agitati. Narciso: è un elegante fiore diffuso nei pascoli montani del monte Serrasanta; Narciso,
punito da Artemide per la sua indifferenza verso la ninfa Eco, s'innamora della propria
immagine riflessa nell'acqua. Narciso, un pozzo che sale verso niente, bello e inutile,
specchia la sua immagine splendida nel Tagina e nel Tagina scompare.
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STORIA :
- Segnalato il 4 giugno 1977 dal
sig. Augusto Bossi al GSGT, il modesto buco iniziale era sottoposto a scavi per ben 11
metri di profondità ed il 30.08.1982 (Vittorio Carini, Mara Loreti)
si aprì un passaggio verso il pozzo
sottostante, tappato ancora da una frana a m -40. Nel corso del 1982 il GSGT superava
anche questo ostacolo, scendeva i pozzi Po e Cecapolli, oltrepassava sul fondo di questo
un'altra frana ed il 05.12.82 esplorava fino quasi in fondo il pozzo San Niccolò. Riprese
le esplorazioni nell'aprile successivo, il GSGT giungeva in fondo all'abisso, a m -207, il
19.06.1983 (Giancarlo Matarazzi, Celestino Petrelli, Giuseppe
Venarucci). Nello stesso anno iniziavano strenui scavi sul fondo, alla ricerca di
prosecuzioni. Nel 1984 il GSGT risaliva in luglio il pozzo Narciso e penetrava nei
cunicoli di Brenco in novembre, a m -216, profondità che scavi successivi non riusciranno
a superare.
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DESCRIZIONE
:
- Sul
fondo del franoso pozzo iniziale (P. 11) una breve strettoia immette
nel Pozzo Mara (P. 22), alla base del quale, tra massi di frana
ingabbiati da cavi d'acciaio, è stato reso praticabile un cunicolo
(la Truppella) che conduce al Pozzo Po (P. 26): in questo è degno
di nota uno specchio di faglia, dove è piazzato un corto deviatore.
La stessa faglia è visibile sulla parete a sinistra e poi alle
spalle di chi scende. Sul fondo, oltre un arco di roccia, il Pozzo
Cecapolli (P. 10): una parete concrezionata, risalita ma priva di
prosecuzioni, un'alta diaclasi senza altre vie degne di nota, alla
base del pozzo invece la solita ostruzione di pietre e massi, sotto
i quali si vuole che il pozzo prosegua, a prezzo di difficili scavi.
Una stretta via prosegue invece in basso sulla destra, liberata dai
pietroni che la ostruivano: si scende il Pozzo Speranza (P. 16) fino
ad un ampio terrazzo che si affaccia su altri pozzi. Il primo è il
Cometa Rossa (P. 30), a fondo cieco, pericoloso perché non offre
ripari in eventualità di frane, poi due imbocchi del Pozzo San
Niccolò. La via principale prosegue con un salto da m 6, cui segue
un restringimento prima del P. 29. Un terzo pozzetto (P. 8) stretto
e franoso si apre in coda a questa lunga diaclasi, ma chiude. Giunti
alla base del San Niccolò finalmente si cammina, scendendo tra i
detriti, per una diaclasi che porta fino al Pozzo Tagina (P. 7+19).
Sopra al primo salto si sale un camino, il Pozzo Narciso, risalito
per m 34 fino ad un definitivo restringimento: la verticale Narciso
- Tagina, complessivamente m 63, è una delle parti più belle della
grotta. Al Tagina segue il faticoso tratto dei Mazzaburelli, una
serie continua di strettoie e brevi salti, spesso a buca da lettere,
fino al pozzo terminale (P. 3+5+9), dove improbi scavi hanno dato
accesso ai cunicoli di Brenco, strettoie e fango fino ad un
condottino orizzontale, a volte semiallagato, dove gli scavi sono
stati interrotti.
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POZZI |
CORDE |
NODI |
P.11 - Iniziale
P.22 - Mara
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m 55 |
Attacco al cancello;
deviatore a m -3;
frazionamento prima della strettoia, in fondo al pozzo;
frazionamento doppio, dopo la strettoia, a tetto;
frazionamento doppio a metà pozzo (terrazzo). |
P.26 - Po |
m 35 |
Attacco corrimano, può essere doppiato;
doppio attacco a y;
corto deviatore a m -5;
frazionamento a m -20, sotto il terrazzo. |
P.10 - Cecapolli
P.6 - Speranza
P.6+29-S.Niccolò
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m 85 |
Doppio attacco a y;
deviatore al bordo del pozzo;
attacco corrimano inizio strettoia;
frazionamento doppio dopo la strettoia;
eventuale frazionamento su spit a metà pozzo;
doppio attacco (terrazzo);
frazionamento sopra la strettoia (base P.6);
frazionamento sotto la strettoia;
frazionamento a 2/3 del P.29.
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P.7+19 - Tagina |
m 35 |
Doppio attacco;
frazionamento a m -7, sul bordo del P.19;
frazionamento in parete a metà pozzo. |
Mazzaburelli
P.7 - I salto
P.5 - II salto
P.3 - III salto
P.3+5 - IV salto
P.9 - Terminale |
m 10
m 8
m 5
m 10
m 10
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Attacco (spit sul pavimento del cunicolo);
frazionamento dopo la strettoia.
Attacco naturale e spit.
Attacco naturale.
Attacco naturale;
deviatore dopo la strettoia.
Attacco, può essere doppiato o collegato alla corda precedente. |
OSSERVAZIONI :
- L'abisso si sviluppa nel
Calcare Maiolica del Cretaceo Inferiore, strati di calcare di modesta potenza alternati a sottili strati di
selce; è costituito da un susseguirsi di pozzi impostati su evidenti fratture, collegati
da brevi strettoie. Frequenti i fenomeni di crollo, modesto il concrezionamento. La
temperatura media è intorno ai 8°C, non ci sono corsi d'acqua interni e solitamente è
scarso anche lo stillicidio; correnti d'aria si avvertono nei restringimenti, soprattutto
in inverno, quando la grotta soffia verso l'alto. Ricerche
palinologiche sono state effettuate da Mara Loreti nei depositi
argillosi dei cunicoli di Brenco, a m -210 di profondità: il
sedimento è risultato molto povero di pollini, però perfettamente
conservati. I reperti pollinici, identificati con l'assistenza
dell'Istituto Botanico dell'Università di Modena (professoressa
Daria Bertolani Marchetti e collaboratori), si riferiscono, per le
specie arboree, maggiormente a Quercus sp.d., Castanea
sativa, Salix sp., Fagus sylvatica, più
sporadicamente a Juglans sp., Pinus sp., Ulmus sp.,
Alnus sp., Platanus sp. e ad un'Ericacea. Tra
le specie erbacee: Leguminosae, Graminaceae, Plantaginaceae,
Asteraceae, Resedaceae, Caryophyllaceae, Liliaceae,
Polygonaceae, tra cui i generi Rumex, Plantago,
Trifolium, Artemisia. Una vegetazione probabilmente
appartenente ad una fase quaternaria postglaciale a clima atlantico
temperato continentale, forse una fase tarda del periodo anatermico
(20.000 - 2.500 a.C.). Modesta la fauna ipogea: il primo pipistrello
è stato osservato solo il 30.10.1983 in cima al Pozzo Tagina.
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BIBLIOGRAFIA :
- CARINI Vittorio, 1981,
"Serrasanta, il buco, il vento", Speleologia Umbra, Perugia, anno II-III n.1,
pag. 28-29.
- CARINI Vittorio, 1983,
"Buco Bucone. Oltre la speranza", Speleologia Umbra, Perugia, anno IV-V n.1,
pag. 11-14.
- GRUPPO SPELEOLOGICO
GUALDO TADINO, 1985, "Abisso Buco Bucone", Speleologia, Milano, n.12, pag. 19.
- SALERNO Piero - LORETI
Mara - CARINI Vittorio, 1989, "Ricerche in alcune cavità dell'Appennino
Umbro-Marchigiano", Atti del XV Congresso Nazionale di Speleologia, Castellana
Grotte, pag. 919-921.
- W.W.F., 1989, "Il
CamminaUmbria", Arcadia edizioni, Milano, pag. 61.
- ANTONINI Giuseppe, 1989,
"Le porte della montagna", ed. Fratelli Aniballi, Ancona, pag. 82-84.
- CNSASS-CNS, 1989,
"Resistenze dei materiali speleo-alpinistici", Costacciaro, pag. 261 e pag. 265.
- SALERNO Piero - LORETI
Mara, 1997, "Ricerche palinologiche nel paleoinghiottitoio Buco Bucone",
Speleologia, Città di Castello, n.36, pag. 124-125.
- SALERNO Piero, 1998,
"La toponomastica, fonte di conoscenza sulla flora e fauna dell'Appennino
Umbro-Marchigiano", in MORETTI Giovanni, MELELLI Alberto, BATINTI Antonio "Studi
e ricerche sui nomi di luogo", ed. Era Nuova, Perugia, pag. 64.
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