Gruppo Speleologico Gualdo Tadino
FOSSO DEL BAGNO
ACCESSO :
Dall'autosole A1, uscita "Fabro", raggiungere la SS 71 e proseguire poi lungo la strada per il paese di Parrano (senza però raggiungerlo): quando si incontra un largo greto sassoso con un ponte (circa 6 Km dall'autosole) lo si oltrepassa imboccando subito una stradina bianca a sinistra che termina presso i ruderi di uno stabilimento termale, all'uscita della gola. Qui si lascia l'auto. Ci sono ora due possibili accessi per iniziare la forra:
Seguendo il sentiero alla sinistra dei ruderi, si risale lungo un pendio boscoso fino alla sommità delle pareti della forra, il sentiero le costeggia ora fino ad incontrare una grande freccia gialla su un grosso masso ad indicare un ripido sentierino che scende all'arco naturale, nel tratto intermedio della forra. Proseguendo invece il sentiero principale si arriva a superare un ruscelletto affluente di destra della gola raggiungendo quindi una briglia in cemento dalla quale inizia la forra.
Scegliendo invece di seguire il sentierino che dal lago terminale della gola sale sulla destra, ci si inerpica fino ad un alto sperone roccioso ben visibile anche dal basso; superatolo di una decina di metri s'inizia a scendere lungo il pendio erboso, attrezzando quindi la calata con una corda da m 60 fino a scendere in mezzo alla gola, davanti all'ingresso della grotta "Tana del Diavolo".
DESCRIZIONE :
La discesa delle gole del Fosso del Bagno è ormai una classica del torrentismo umbro, per la grande suggestione e varietà dell'ambiente. Ad un primo tratto divertente e poco impegnativo, con numerose marmitte un un suggestivo scenario boscoso, che ben testimonia gli effetti della profonda erosione che ha interessato questo tenero affioramento calcareo. Spettacolari i fenomeni di carsismo: grandi archi naturali che scavalcano il tracciato del fosso ed ingressi di grotte, anche di una certa importanza e sviluppo, come la profonda "Tana del Lupo", dal comodo accesso e d'interesse archeologico.
NOTE TECNICHE :
La presenza costante di acqua corrente, eccetto nella stagione secca, con profonde pozze e limpidi laghi, rende la discesa abbastanza tecnica ed impegnativa ed impone l'uso della muta o, almeno, del canotto. Occorrono due corde da m 20.
BIBLIOGRAFIA :
Gruppo Grotte "Pipistrelli" CAI Terni, 1995, "Sopra e Sotto", Terni, pag. 28-29.
CARLIN Valerio - DOBOSZ Tullio - ECKER Giorgio - PINOTTI Annamaria - RECCHIONI Roberto, 1998, "Gole & Canyons 1 Italia Centrale", ed. Adriambiente, Ancona, pag. 78-79.