Gruppo Speleologico Gualdo Tadino
BRICO 1
TOPONIMIA :
Brico, termine gualdese che sta per lombrico, da cui prende il nome la forra, è il simbolo del GSGT.
STORIA :
Il Gruppo Speleologico Gualdo Tadino, impegnato da tempo nella sistemazione dell'armo delle numerose forre del Monte Sibilla, che si aprono sulla Val Tenna, ha individuato nel settembre 1992 un canalone che si dimostrava decisamente interessante. Le proibitive condizioni meteorologiche di fine estate 1992, costringevano a rinviare l'esplorazione all'anno successivo. Finalmente, in una limpidissima e calda giornata di inizio estate, e precisamente il 13 giugno, armati di corde, fix e placchette iniziamo l'esplorazione di "Brico 1 "; la stretta spaccatura nel calcare massiccio non deludeva le aspettative presentando ben due salti dell'altezza di 70 metri. È questa la forra con verticali più alte di tutto il complesso del Monte Sibilla.
ACCESSO :
Da Montemonaco si sale per la strada sterrata che porta alla vetta del Monte Sibilla. Si lascia l'auto presso il Rifugio Sibilla, si prosegue poi per un sentiero fino alla sommità del monte sovrastante per poi ridiscendere per una divertente "brecciaia" fino a raggiungere dall'altro versante l'unico ben evidente sentiero che collega gli ingressi di tutte le forre del Sibilla del versante SO. Raggiunto il sentiero si devia a sinistra e si prosegue fino ad incontrare un masso a terra con la scritta "Brico 1". La forra è compresa tra le già note Meta 1 e Meta 2.
DESCRIZIONE :
La forra presenta alte verticalità, ben due salti di 70 metri, è asciutta e stretta nella parte iniziale, più aperta in quella terminale. Ai salti si alternano scivoli insidiosi per i detriti instabili e la fitta vegetazione che li ricopre. I salti sono incassati tra pareti strapiombanti di calcare massiccio e lasciano intravedere scenari suggestivi. Depositi nivali, tronchi e rami si possono trovare nel canale di uscita. Raggiungere il fiume Tenna, dopo essere usciti dalla forra per poi saltare sul sentiero comodo che conduce alle "Pisciarelle" dell'Infernaccio, non è cosa semplice. Bisogna muoversi all'interno di un fitto bosco con substrato detritico scivoloso ricoperto da bassa vegetazione, da rami e tronchi trasportati dalla pioggia e dalla neve. Durante la discesa della forra si raccomanda di fare attenzione durante i recuperi delle corde a causa dei tanti massi in forte pendenza negli scivoli.
NOTE TECNICHE :
La forra è stata attrezzata, per la discesa in doppia, con fix, spit e placche con doppio anello. Le placche artigianali, costruite cioè dal GSGT, sono state sottoposte a prove di resistenza presso il Laboratorio CAI per la Prova dei Materiali del Centro Nazionale di Speleologia di Costacciaro. Per la discesa si possono utilizzare due corde da m 80 o almeno due corde da m 50 essendo frazionati i grandi salti. La discesa integrale del GSGT è avvenuta il 13 Giugno 1993, Giuseppe Antonini nel libro "Figlie dell'acqua e del tempo" (pag. 203) rivendica la prima discesa antecedente di circa tre anni: a lui vanno i nostri complimenti per aver disceso tale forra senza lasciare traccia degli attacchi utilizzati.
BIBLIOGRAFIA :
LORETI Mara, 1993, "Brico 1: il monte Sibilla ha una forra in più", Speleologia, Milano, n. 29, pag. 100.