Gruppo Speleologico Gualdo Tadino
GROTTA DELLE BALZE
TOPONIMIA :
La Grotta delle Balze prende il nome dalla località in cui è situata, per proposta del GSGT.
STORIA :
Segnalata dal Padre Cappuccino Fra' Mauro, al secolo Domenico Di Virgilio, che, salendo dal Convento della Madonna del Divino Amore, aveva intrapreso con un gruppo di giovanissimi i primi scavi, la grotta era visitata dal GSGT il 27.08.1977 (Carlo Troni, Gianluigi Guerra, Luigi Vecchiarelli, Marco Santarelli, Sauro Lupi, Vittorio Carini). Scavi consistenti erano intrapresi dal Gruppo Speleologico Gualdo Tadino nell'estate del 1985, tra agosto e ottobre del 1986, nel luglio 1989, senza raggiungere prosecuzioni, ma portando alla luce interessanti reperti osteologici (Fabio Ippoliti, Mauro Tavone, Mara Loreti, Pier Giuseppe Moroni, Vittorio Carini, Giuseppe Venarucci, Carlo Troni, Tiziano Bensi, Aldo Paoletti, Piero Salerno, Enzo Bozzi, Andrea Bozzi, Massimiliano Anderlini, Carlo Traversari, Giancarlo Matarazzi, Giovanni Mancini, Enrico Finetti, Arnaldo Polidoro, Celestino Petrelli, Enrico Bazzucchi, Maurizio Bazzucchi, Andrea Micheletti, Enrico Libera, Stefano Bruni, David Bianchini, Mauro Bianchini, Alfredo Frillici, Roberto Marcellini, Valentina Vinciotti, Sergio Garofoli). Il rilievo topografico è stato effettuato il 18.06.1978 da Carlo Troni e Vittorio Carini, ripetuto il 04.12.1994 (Maurizio Bazzucchi, Vittorio Carini, Mara Loreti, Giuseppe Venarucci).
ACCESSO :
Da Gualdo Tadino si arriva a Valsorda, quindi si sale verso la mole rocciosa delle Balze del Monte Maggio, prima per un sentiero nella macchia che dal fosso della Bastia porta alla sella tra le Balze e la cima del Monte Maggio, poi su per le rocce delle Balze fin quasi in cima. La grotta è situata sul versante ovest, che strapiomba sulla piana gualdese, in un notevole androne ben visibile da lontano e mal rintracciabile quando si è nei pressi.
DESCRIZIONE :
Ai margini dell'androne si apre l'evidente ingresso, che scivola in breve nella saletta sottostante dove sono fermi gli scavi. Oltrepassando tale verticale, a livello dell'ingresso, si può continuare per pochi metri per una fessura in orizzontale che termina restringendo.
SCHEDA D'ARMO :
Si può scendere anche senza corda, con qualche cautela (prestare attenzione a pericolosi massi pensili!), altrimenti sono ben rintracciabili attacchi utilizzati per paranchi e carrucole dei lavori di disostruzione: utile una corda da m 10.
OSSERVAZIONI :
Nel corso degli scavi sono state ritrovate numerose ossa subfossili di una fauna risalente alla fase finale del Paleolitico ed all'inizio del Mesolitico: determinate in seguito dal dott. Federico Masini dell'Istituto Paleontologico del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze, hanno portato al riconoscimento delle seguenti specie:
Cervus elaphus, Rupicapra pyrenaica sottospecie ornata, Capra ibex, Vulpes vulpes, Ursus arctos, Lepus europaeus, Eliomys quercinus, Marmota marmota, Microtus nirvalis, Talpa europaea
. La grotta sviluppa nel Calcare Massiccio del Giurassico Inferiore, per la fauna ipogea importante è la presenza di geotritoni.
BIBLIOGRAFIA :
LORETI Mara - SALERNO Piero, 1989, "Fauna subfossile fredda nel deposito della Grotta delle Balze 642 UPG m. Maggio (m 1361) - Gualdo Tadino (Umbria)", Atti del XV Congresso Nazionale di Speleologia, Castellana Grotte, pag. 931-962.
LORETI Mara - SALERNO Piero, 1989, "Fauna subfossile fredda nel deposito della Grotta delle Balze: un'area di studio", Speleologia, Milano, anno X n. 20, pag. 51-52.
SALERNO Piero, 1998, "La toponomastica, fonte di conoscenza sulla flora e fauna dell'Appennino Umbro-Marchigiano", in MORETTI Giovanni, MELELLI Alberto, BATINTI Antonio "Studi e ricerche sui nomi di luogo", ed. Era Nuova, Perugia, pag. 69.